martedì 12 novembre 2013

La vita emotiva degli animali da fattoria



Circa un mesetto fa mi telefona mia sorella e mi dice: “sai adesso abbiamo anche una maialina” e io: “come una maialina? Ma da dove viene?” E lei mi risponde: “ ce l’ha regalata un nostro amico che è venuto a cena da noi, ha due mesi”.

Ma io dico…..MA COME SI FA A REGALARE UNA MAIALINA!?!?!!!! Ma non è mica un oggetto, un soprammobile o una scatola di cioccolatini che omaggi al padrone di casa! 

Così continuando a parlare con mia sorella al telefono scopro che la maialina proviene da un allevamento da carne, che diventerà circa 300 Kg. e che le è stata regalata per la prossima grigliata! (ovviamente non ho potuto fare a meno di insultare mentalmente – e anche un po’ verbalmente – il cretino in questione!)
Mia sorella, seppur onnivora, non ha intenzione di mangiare la maialina (per fortuna!!!) e l’ha sistemata provvisoriamente in una parte del pollaio in attesa di poter costruire un recinto.
Ovviamente lei e suo marito non sanno minimamente come gestirla, non sanno che i maiali sono animali molto sensibili e molto intelligenti, cerco di sensibilizzarli, inviando loro foto, video, testimonianze di come i maiali  possano essere amichevoli ed affettuosi, se gli si dà la possibilità di relazionarsi.
Premesso che non abitiamo vicini, una settimana fa sono riuscita ad andarli a trovare e a conoscere Pink (così l’hanno chiamata) e mi si è stretto il cuore …. vedere questa dolcissima maialina rosa dagli occhi profondi rinchiusa lì, in quattro metri quadrati è stato tristissimo e il suo bisogno di contatto era molto evidente! Da allora, con molta tristezza, sono tornata a riflettere su come gli esseri “umani” considerino gli animali da fattoria come oggetti a proprio uso e consumo e non come esseri senzienti in grado di provare emozioni proprio come noi.

E mi è tornato in mente un libro che ho letto qualche tempo fa e del quale vi voglio parlare.
Si tratta di “Il maiale che cantava alla luna - La vita emotiva degli animali da fattoria” scritto da Jeffrey Moussaieff Masson.

                                                               Il maiale che cantava alla luna

Su questo libro è stato girato il documentario “La vita emotiva degli animali da fattoria” prodotto da Earth View Production e Animal Place.


Il maiale del titolo è Piglet, una scrofa che viveva sulla spiaggia ad Auckland, in Nuova Zelanda. Piglet era sensibile, intelligente e socievole,  adorava nuotare e le piacevano le grattatine sulla pancia che le davano i bambini che andavano a trovarla sulla spiaggia. La sua vita emotiva era particolarmente evidente, amava la musica e, durante le notti di luna piena, emetteva versi come se stesse veramente cantando alla luna.

Il libro tratta di come gli animali da fattoria, maiali, mucche, pecore, polli siano capaci di sentimenti complessi come l’amore, l’amicizia, la tristezza, il dolore. Viene spiegato come ogni animale da fattoria sia un individuo a sé, con il proprio carattere e la propria sensibilità, proprio come per gli esseri umani. 

L’autore, per la stesura del libro, trae spunto da studi scientifici, dalla storia, dalla letteratura e dagli incontri avuti con allevatori e animalisti.

Nel libro viene descritta la triste vita degli animali da fattoria. Mucche mantenute continuamente gravide per garantire la produzione di latte, alle quali vengono sottratti i vitelli appena nati, per venire poi munte intensivamente per alcuni anni e infine uccise molto prima dell’invecchiamento naturale, perché ormai improduttive a causa dell’intenso sfruttamento. Maiali sedati e mantenuti al buio in enormi capannoni che non possono far altro che mangiare tutto il giorno, ingrassati fino a divenire immobili, costretti a vivere in spazi piccolissimi,  con le code amputate ed i denti estirpati. Pulcini scaraventati in giganteschi capannoni illuminati da luce artificiale, stipati uno addosso all’altro, a vivere la loro breve esistenza di un mese, età in cui vengono macellati. Oche spiumate vive due o tre volte l’anno e poi nutrite forzatamente con lo scopo di produrre il patè de foie gras.

Ma perché siamo così ignoranti riguardo la vita degli animali d’allevamento ed ai loro comportamenti più comuni? Perché ignorarli ci conviene, è più facile distaccarsi da chi stiamo mangiando, se non ne sappiamo niente.

Tutti questi animali, al pari dei nostri animali domestici, dimostrano di avere una complessa ed intensa vita emotiva. Non sempre possiamo vedere queste emozioni, perché non ne siamo capaci o perché non mettiamo gli animali in situazioni in cui possano esprimerle. Tutto questo viene dimostrato dall’autore, attraverso storie di animali salvati dagli allevamenti o da situazioni di maltrattamento ed ospitati nelle fattorie rifugio che ha visitato, luoghi dove possono vivere il resto della loro vita accuditi, rispettati ed amati senza essere sfruttati per la carne, la pelle, le uova, il latte. Attraverso questi racconti affascinanti vengono evidenziati i comportamenti naturali, le regole sociali, l’istinto materno, la capacità di comunicazione, l’intelligenza e l’emotività di questi animali, caratteristiche che possono emergere solamente in un contesto che lo permetta. C’è il racconto di un maiale che salva la sua proprietaria, di un altro caduto in depressione a seguito dell’allontanamento dai suoi amici maiali, di una mucca capace di rispondere a comandi vari come un cane, una capra che corre a chiamare aiuto per liberare una compagna impigliata tra i rovi, un pollo, amico di una anziana gallina quasi cieca, che cade in depressione e si lascia morire in seguito alla morte della gallina.

Queste storie portano a considerazioni che ci impongono una riflessione: è giusto allevare animali per mangiarli? È giusto che un animale, anche ponendo che gli si offra una vita piacevole, venga ucciso per finire sulla nostra tavola? Appurato che anche gli animali da fattoria hanno una vita emotiva e mirano ad essere felici, è giusto segregarli, privarli della loro libertà, privarli della possibilità di esprimere l’istinto materno, mettere in atto pratiche crudeli di vario tipo nei loro confronti e infine ucciderli a nostro uso e consumo? Anche se allevati per essere uccisi, la loro capacità emotiva è la stessa, hanno ricordi, soffrono e provano dolore. Chi siamo noi per escludere con arroganza umana la profondità e l’importanza di questi sentimenti?

Come dice l’autore, la questione non è “che cosa”, ma “chi” state mangiando.

Riporto tal quale la conclusione del libro, in quanto mi pare un’ottima conclusione:

“Soltanto le gigantesche multinazionali traggono profitto da questo disinteresse per gli animali, la salute umana e l’ambiente. Gli animali d’allevamento ci accompagnano ormai da diecimila anni, ma permettiamo loro di vivere come preferiscono solo in minima parte, se non per niente. Il minimo che dobbiamo loro è non distruggere il pianeta dal quale dipendiamo con la nostra avidità miope e l’indifferenza verso la sofferenza umana e animale.  Dobbiamo cambiare idee e comportamenti per noi stessi, per gli animali che abbiamo addomesticato e poi schiavizzato, per le generazioni future, e capire che non si può dormire la notte quando il nostro prossimo,  umano o animale, patisce sofferenze indicibili (a meno che non abbiamo fatto il possibile per alleviare la sua pena). Il prezzo di questo sonno pacifico non è eccessivo; il costo della superficialità, invece, potrebbe essere catastrofico. Per una volta cerchiamo di essere saggi, giusti e compassionevoli. Non ci resta altro da fare.”



13 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Ciao :) ho trovato il tuo blog tramite il Linky Party della Vale e ho letto questo post, così sono diventata tua follower, in primo luogo perché appoggio le tue idee e poi perché mi è piaciuto il titolo e gli spunti di riflessione che hai dato in questo blog (oltretutto sono una sostenitrice dei prodotti naturali, quindi propri a pennello xD). Io studio medicina e comunque in tutti i libri che leggo sento parlare di esperimenti sugli animali, test sugli animali ecc...e...ogni volta che leggo queste cose, nonostante sia fiera della strada che ho scelto, mi viene da piangere e penso che io con tutta la "cattiva" volontà non potrei MAI fare del male a un animale indifeso...Ad ogni mooodo, avevo preso parte al Linky Party per fare il passaparola del blog che ho da poco aperto, se ti va di seguirmi mi farebbe piacere :) questo è il link ----> OPTICALLILLUSCION buon proseguimento, ciao ciao!

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    1. Ciao! Per prima cosa ti dico che sono appena stata sul tuo blog, ho visto il tuo "random me" e "il progetto" e mi sono divertita molto a leggerli.....devi essere una persona molto simpatica! Ti seguirò con molto piacere!
      Fai benissimo ad essere fiera della strada che hai scelto e la mia speranza per il futuro è che ci siano sempre più persone, e quindi anche medici, con una sensibilità come la tua, che, con mente aperta, trovino altre strade. La sperimentazione animale non è necessaria, anzi spesso è inutile in quanto non applicabile all'uomo. Ci sono ormai metodi alternativi, come quello in vitro, che sono più affidabili e soprattutto non causano sofferenza! Secondo me è veramente arrivato il momento storico per essere "saggi, giusti e compassionevoli", è l'unica strada per "salvarci".
      Un abbraccio
      Serena

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  3. Ciao,
    io sono particolarmente sensibile alla tematica, quindi potrei lasciarti un commento chilometrico ma cercherò di limitarmi.
    Penso che l'essere umano si creda un essere superiore su questo pianeta e pensi di poter sfruttare ogni creatura e ogni risorsa di qualunque natura a suo piacimento. Fortunatamente stiamo andando verso una nuova fase evolutiva nella quale sembra che sempre un maggior numero di persone diventi in qualche modo più sensibile (per ragioni svariate) e cerchi di limitare questo dominio umano.
    Cercherò di leggere questo libro anche se so già che sarà un'ulteriore sofferenza. A me fa molto piacere leggere questo pensiero, perchè mi sento un po' meno aliena. Vorrei avere a che fare con queste idee anche nella realtà quotidiana cosa veramente rara...
    Un abbraccio
    Sindel

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    1. Ciao,
      sì, credo anche io che siamo entrati in una nuova fase e che fortunatamente ci sono sempre più persone consapevoli, che si rendono conto che ogni nostra scelta può fare la differenza ed avere ripercussioni sul Mondo e credo che questa consapevolezza sia l'unica via d'uscita dal declino di valori e di etica dell'attuale società e l'unica via che possa portare compassione verso il nostro prossimo, umano e non. Per quel che riguarda il libro, sì, fa star male leggere degli allevamenti, dei maltrattamenti, ma contiene anche tante belle storie di animali salvati da persone speciali, quelle dei rifugi come Animal Place, persone che dedicano la loro vita a questi animali e leggere di loro apre il cuore, di speranza.
      Un abbraccio anche a te
      Serena

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  4. Cara, passavo per prendere il link del premio che mi avevi assegnato ed ho trovato questo tuo post.
    Hai riassunto quello che sempre ripeto con estrema lucidità e chiarezza.. e molta dolcezza.
    Ci sono cose che fan comodo essere ignorate perché fa male anche solo volgere il pensiero un minuto verso quei lagher.. Meglio fare finta di niente e mangiarsi un bel panino al prosciutto!

    P.S.:
    Forse lo sai già ma i maialini, anche in età adulta, hanno i piedi molto delicati.. Suggerisci di non farla ingrassare troppo se no farà fatica a camminare, non tanto per il peso ma per la sensibilità dei polpastrelli così morbidi e tenerini.
    Ah, regalatele un vecchio giocattolo (che non possa mangiare! Hahahahaha!) le farà compania oppure fate in modo che frequenti un altro animale, mansueto e calmo.. Un cane tranquillo, un oca, una capretta.. Creera un rapporto che le farà molto bene! Baciotti a Pinky! ^___^

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    1. Ciao!
      Non lo sapevo che i maiali avessero i piedi delicati! Sì, spero che riescano presto a farle un recinto un po' più grande dove possa correre, scavare e socializzare.....
      Grazie, a presto
      Serena

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  5. Ciao Serenella! Bellissima la frase che hai citato.. il libro ancora non l'ho letto, ma ultimamente ne sto sentendo sempre più parlare e credo lo leggerò! Non mi stupisce purtroppo leggere della maialina regalata come se fosse un oggetto.. anni fa, quando lavoravo in canile, mi capitò una maialina abbandonata da una famiglia.. pensa che l'avevano presa ancora piccolissima per far giocare i figli, per poi non riuscire a gestirla una volta grande (VIVEVANO IN APPARTAMENTO!!). Potrei scrivere un diario delle assurdità viste durante quel periodo.. per fortuna è una storia a lieto fine perchè poi la piccola trovò casa, spazio e compagnia (un'altra amica, come lei, scampata al macello).. auguro altrettanta felicità anche alla splendida Creatura di cui scrivi. Un bacione!!!

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    1. Ciao Lucy,
      sì, questo libro a me è piaciuto molto, te lo consiglio proprio! Io non sopporto quelli che prendono un animale per i figli....ma un cane, un gatto, UNA MAIALINA(!!!) non sono mica dei giocattoli! Poi quando i figli si stufano, ecco l'abbandono, come un vecchio giocattolo che ha stancato. Immagino che in canile si vedano proprio cose assurde, persone assurde. Non so, io considero i miei animali talmente parte della mia famiglia che non riesco proprio a capire. Per me prendere un animale con sè è un impegno, per tutta la durata della sua vita, nel bene e nel male, come per qualsiasi altro membro della famiglia.
      Sì, mi auguro anche io che Pink sia felice (non è facile far capire che è un animale sensibile quanto o più di un cane).....purtroppo sono lontana per poter essere d'aiuto e non ho lo spazio per poter proporre di prenderla io :-(
      Un abbraccio, a presto
      Serena

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  6. Con me sfondi una porta aperta. Sono stata per moltissimi anni vegetariana e da quasi due vegana. Ho il dvd di cui hai parlato e diversi libri di Jeffrey Moussaieff Masson in attesa di essere letti. Questo sicuramente farà parte della mia collezione presto.

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    1. Ma dai! Non sapevo che fossi vegana.....che bella sorpresa!!!! ^_^
      Anche io sono vegana da quasi 6 anni, per scelta etica, antispecista!
      Io di questo autore ho letto solo questo libro e mi è piaciuto molto!
      Ciao Alessandra, buona serata
      Serena

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  7. Che bel post, grazie!! Lo condivido subito nella pagina fb del mio blog. Anche io e mio marito siamo vegani per scelta etica-politica-ambientale e stiamo crescendo i nostri bimbi cercando di trasmettere loro il messaggio antispecista. Ho sempre sentito parlare di questo libro, ma non l'ho ancora letto. E' giunto il momento di provvedere! Un caro abbraccio

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    1. Grazie Valentina!
      Essere genitori è una grande responsabilità e con il proprio esempio si costruisce il futuro, attraverso i propri figli!
      E genitori come voi fanno sì che le nuove generazioni credano in un mondo più giusto....e lo realizzino, per tutti noi!
      Buona lettura, ti piacerà!
      Un abbraccio
      Serena

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