Una delle conseguenze della logica economica dell' usa e getta e della crescita infinita è l'obsolescenza programmata, un insieme di tecniche di cui i produttori di beni si avvalgono per ridurre la durata potenziale dei prodotti. In pratica chi progetta un determinato prodotto di largo consumo inserisce deliberatamente un punto debole per far sì che il prodotto stesso sia usurato o guasto in un tempo prestabilito, molto inferiore a quello potenziale, rendendo altresì impossibile ripararlo. Ovviamente tutto ciò è una strategia messa in atto dai produttori per mantenere alta la domanda di merci, nell'ottica folle della crescita illimitata dei consumi.
La prima volta che venne adottata questa pratica fu per la lampadina ad incandescenza. I principali produttori di lampadine di tutto il mondo, nel lontano 1924, si riunirono in segreto con lo scopo di concordare produzione, prezzi e, successivamente, una riduzione della durata delle lampadine portandola a meno della metà della durata che avevano avuto fino ad allora, realizzando ed inserendo filamenti più fragili.
L'altro caso storico fu quello del 1940 che riguardò il nylon, fibra sintetica straordinariamente resistente, utilizzato per produrre le calze da donna. Siccome le calze erano appunto molto resistenti, dopo un primo boom, le vendite calarono drasticamente in quanto non c'era la necessità di sostituirle, così gli ingegneri vennero incaricati di trovare il sistema di indebolire la fibra. Modificando certi additivi che proteggevano la fibra dai raggi UV, l'hanno resa più fragile, creando quindi calze di qualità e durata inferiore, che così andavano presto sostituite, aumentando artificiosamente i consumi.
Al giorno d'oggi sono tantissimi i beni di largo consumo vittime di questa pratica, basti pensare a stampanti che si bloccano dopo un numero prestabilito di copie, a lavatrici fabbricate con barre di riscaldamento in metalli che arruginiscono facilmente, a spazzolini da denti a batteria con la pila sigillata all'interno e quindi insostituibile, a chiusure lampo fatte in modo da rompersi molto prima del dovuto, ad elettrodomestici non riparabili a causa dell'irreperibilità dei pezzi di ricambio.
Nel tempo i modi per rendere vecchi gli oggetti si sono diversificati. Oltre alla progettazione per un funzionamento limitato nel tempo e con componenti non riparabili, un altro modo è quello di rendere gli oggetti non più compatibili con il sistema nel quale funzionano, come ad esempio, in ambito di computer, i vecchi software che non girano più sui nuovi sistemi operativi e viceversa.
Anche estetica e design sono sempre studiati per far sentire fuori moda chi utilizza vecchi modelli, con l'aiuto di strategiche campagne pubblicitarie, creando così anche una obsolescenza "percepita".
Insomma, è da quasi un secolo che questa strategia di mercato, supportata dal meticoloso lavoro di ingegneri e ricercatori, viene messa in atto per aumentare artificiosamente i nostri consumi!
Siamo quindi tutti vittime di questa pratica industriale, folle per i consumatori e per il Pianeta, ma molto redditizia per i produttori!
Tutto questo è spiegato nell'interessante documentario spagnolo "Comprare, buttare, comprare", che ci spiega anche dove finisce l'enorme massa di rifiuti elettrici ed elettronici prodotta da questo sistema di consumo.
Questa è solo la prima parte del documentario, potete trovare le altre tre parti su YouTube.
Con l'obsolescenza programmata buttiamo via oggetti, risorse naturali, energia ed anche il tempo che è stato necessario per produrre e per comprare tali oggetti.
Questo sistema di consumo infinito e questa economia dello spreco costano anche carissimi in termini ambientali, poichè la continua produzione richiede un continuo utilizzo di risorse, spesso non rinnovabili, generando inoltre un'enorme quantità di rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti e-waste, per lo più accumulati in gigantesche discariche a cielo aperto situate nei Paesi del Terzo Mondo. Tali rifiuti vengono bruciati immettendo sostanze inquinanti come la diossina ed altre, a causa dei metalli pesanti e tossici in essi contenuti.
Ma, fortunatamente, alcuni Stati hanno cominciato a pretendere maggiori prestazioni dai produttori, studiando leggi che tutelino il consumatore da tale pratica e favorendo anche la creazione di posti di lavoro legati alla riparazione degli oggetti.
Anche in Italia è stata recentemente presentata una proposta di legge per contrastare l'obsolescenza programmata. Una proposta che prevede l'aumento obbligatorio del periodo di garanzia dei beni, l'obbligo di fornitura dei pezzi di ricambio e l'obbligo di rendere disponibili le istruzioni per la riparazione da parte dei produttori.
La proposta, se tramutata in legge, porterebbe benefici all'ambiente, ai consumatori ed anche all'occupazione, in quanto potrebbe essere re-inventato il mestiere di artigiano riparatore.
Purtroppo la logica della crescita infinita, che ha dato origine all'obsolescenza programmata, è la logica sostenuta da ogni politico ed economista, per loro un'economia in crescita è sinonimo di buona economia.....ma per mantenere la nostra attuale economia servirebbero le risorse di tre Terre, mentre noi ne abbiamo una sola!
Da un lato stiamo esaurendo le risorse non rinnovabili e dall'altro stiamo accumulando rifiuti in maniera allarmante. Inoltre la sola crescita materiale, basata sul continuo consumo di beni e misurata attraverso il PIL, non porta un maggior benessere. Sono necessarie anche altre forme di ricchezza, pubblica e sociale, come la giustizia, l'eguaglianza sociale, il welfare, il carattere democratico delle istituzioni, le buone relazioni tra le persone, la sostenibilità ecologica.....insomma ricchezze più essenziali che migliorano la qualità della vita!
Questo è anche uno dei concetti di base del movimento della Decrescita, di cui Serge Latouche è il principale fautore, che promuove una vera e propria rivoluzione culturale, un cambio di mentalità, il passaggio da una logica dell'usa e getta ad una logica del riduco, riuso, riciclo.
Oltre agli interventi politici, con leggi apposite, è necessario appunto un cambio di mentalità da parte di noi tutti, in prima persona. E' possibile reagire a questa imposizione con le nostre scelte quotidiane, riducendo i consumi, autoproducendo il più possibile e chiedendoci prima di ogni acquisto se quel bene è realmente necessario oppure si tratta di un bisogno indotto dalla pubblicità o dalla società in cui viviamo. Si può reagire riutilizzando gli oggetti, magari reinventandoli con un po' di fantasia ed infine riciclandoli in ogni modo possibile.
C'è chi crea movimenti ed organizza incontri pubblici e, per contrastare l'obsolescenza programmata, mette insieme risorse e creatività creando progetti ambiziosi, come laboratori ai quali partecipano sia costruttori di pezzi di ricambio fatti con le stampanti 3D sia riparatori di oggetti. Sono incontri a cui partecipano volontari disposti ad aggiustare gli oggetti portati da persone disponibili ad imparare l'arte della riparazione.......sono i Repair Cafè in Francia e Olanda, i Restart Party in Inghilterra, altri progetti anche in Belgio, negli Stati Uniti e qualche iniziativa c'è anche in Italia.
Questa è la chiave per cambiare da subito, senza dover aspettare i tempi lunghi delle istituzioni, perchè lo sviluppo vero è quello che sì, assicura prosperità, ma riducendo l'utilizzo delle risorse e producendo la minor quantità possibile di rifiuti.
Per concludere, citando Gandhi, sulla Terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi!
Sono cose che ci rattristano e ci fanno male, ma è giusto conoscerle per reagire e combattere!
RispondiEliminaSì, la conoscenza è alla base della consapevolezza!
EliminaCiao
Serena
Puoi ben immaginare quanto io sia d'accordo con il ridurre-riusare-riuciclare... non capisco come non sia lampante per tutti la follia della logica della crescita infinita...così come non capisco, solo per fare un esempio, come mai comprare una stampante costi meno che comprare le cartucce di ricambio...
RispondiEliminaOttimo e utile articolo, grazie. =)
Daniela
Sì, infatti la questione delle stampanti è pazzesca! Io ogni volta che ho dovuto acquistare una stampante non guardavo il prezzo della stampante ma quello delle cartucce!
EliminaTanti oggetti, anzichè venir gettati potrebbero avere nuova vita, con un po' di fantasia e creatività.....i tuoi lavori ne sono un ottimo esempio!
Ciao
Serena
Concordo in pieno, ottimo articolo. Sono dell'idea che con questo ritmo non riusciremo ad andare avanti ancora per molto. C'è molto da fare, ma vedo che piano piano la mentalità un po' cambia, e dobbiamo giocare duro con i nostri figli, fargli capire qaunto sia importante il riuso e il riciclo delel cose. Io non sono ancora molto brava nel riusco e ricicclo delle varie cose, ma mi sto allenando. segurie i vari blog è molto utile.
RispondiEliminaBrava Erica! E' proprio con l'educazione e la sensibilizzazione delle nuove generazioni che possiamo cambiare il mondo! Insegnargli a non sprecare, questa è la strada per il cambiamento! Io sono ottimista e credo che ci siano già tantissimi progetti sostenibili portati avanti proprio dai giovani......che sono il futuro!
EliminaGrazie per il tuo commento.
A presto
Serena
Ma che problema c'è? Tra una decina d'anni le tasse per i rifiuti saranno stratosferiche nel senso letterale della parola: speridemo la nostra "munnezza" su qualche altro pianeta disabitato del sistema solare e la nostra Terra sarà pulitissima!
RispondiEliminaBasta solo aspettare un po', mettere da parte i soldi per le tasse e scansare un po' di qua e di là la mondezza che si para fino davanti alla nostra porta di casa.
Perdona il sarcasmo, ma sono amante del genere distopico e la mia fantasia mi ha portata fin questa conclusione...
Il tuo articolo è molto interessante e appena potrò mi guarderò i video. Grazie degli spunti per la riflessione.
Sì, purtroppo la tua fantasia non è così lontana dalla realtà.....la mentalità più diffusa è proprio quella.......se le cose brutte (i rifiuti, le guerre, la povertà, le ingiustizie) sono lontane da noi non ci toccano.....continuando su questa linea di pensiero, probabilmente si arriverebbe veramente a portare i nostri rifiuti su altri Mondi (come ora si fa nel Terzo Mondo). Peccato che ci si dimentica che tutto è correlato e connesso, che il Mondo è un ecosistema e ciò che viene fatto in qualsiasi luogo, anche se dall'altra parte del mondo, ha effetti ovunque e su tutto e tutti!
RispondiEliminaIl documentario è molto interessante, se trovi il tempo ti consiglio di guardarlo.
Ciao, a presto
Serena
Ciao ^_^
RispondiEliminaTi ho ritrovata grazie all'iniziativa di Kreattiva, cosi mi sono iscritta tra i tuoi follower :)
Trovo il tuo blog davvero molto interessante, complimenti! ^_^
Buona serata!
Benvenuta Marilisa!
EliminaGrazie, a presto
Serena
Il denaro rende l'uomo avido e molto stupido!!!
RispondiEliminaEly
Già, il denaro dovrebbe servire a renderci liberi.....invece, se non siamo svegli ed attenti, ci rende schiavi!
EliminaCiao Ely, buona serata
Serena
Bell'articolo, sono daccordo su tutto!
RispondiEliminaSai una cosa che non si rompe o arrugginisce? I LIBRI! Io adoro i posti dove si possono scambiare, e questi posti stanno diventando sempre di più... segno che forse qualcosina si muove? Speriamo! :)
Ciaoooo!
Cecilia
Grazie! Anche io amo i libri, ma mi piace tenerli perchè mi piace rileggerli! Alcuni libri, letti dopo qualche anno, sembrano diversi, si percepisce quello per cui si è pronti in quel momento e magari prima non lo si era...
EliminaPerò sì, mi piacciono molto i luoghi di scambio, che sono sempre più, per fortuna!
A presto
Serena
Anche a Firenze facciamo i Restart Party da qualche tempo...
RispondiEliminahttp://www.liberainformatica.it/category/restart-party/
https://twitter.com/RestartPartyFI
Bello! Trovo che sia un'iniziativa veramente rivoluzionaria, un vero atto di ribellione a questo assurdo sistema in cui viviamo! Una di quelle iniziative che può davvero cambiare il mondo......
EliminaCondivido in pieno. Il primo passaggio per non buttare è smettere di comprare in grandi quantità solo perchè abbagliati da "offerte che non possiamo rifiutare". Se già iniziassimo a tenere in casa solo quello che usiamo davvero (e mi riferisco a tutto, dai detersivi al cibo) ci sarebbero meno sprechi. Se non cambiamo il nostro modo di comprare e trattare gli oggetti, chi produce e vende non cambierà mai il suo.
RispondiEliminaEsatto! L'offerta si basa sulla domanda!.........cominciamo a cambiare la domanda (i nostri acquisti) e cambierà anche l'offerta! Questo mondo e questo sistema economico lo abbiamo creato noi tutti, ma adesso possiamo diventarne consapevoli e, con una vita più sobria, creare un mondo migliore, rispettoso di tutti.
EliminaCiao Francesca, buon weekend
Serena