martedì 25 febbraio 2014

Semenzai e orto sinergico



Febbraio e marzo sono i mesi più adatti per seminare, in semenzaio protetto, la maggior parte degli ortaggi che andremo a mettere a dimora nell'orto in primavera. In questo periodo si seminano pomodori, melanzane, peperoni, cetrioli, zucchine, zucche, ravanelli, basilico, fragole e meloni. E' ovviamente preferibile utilizzare sementi biologiche, come quelle della Arcoiris e successivamente tenere i semi delle proprie piante da riseminare di anno in anno. 


Per fare il nostro semenzaio possiamo riciclare contenitori dello yogurth, contenitori delle uova, vaschette di frutta e verdura, bicchieri di plastica, qualsiasi contenitore può diventare un semenzaio, purchè non sia troppo profondo ed abbia il fondo forato per la fuoriuscita dell'acqua in eccesso. 




Si procede posizionando un seme in ogni contenitore, nel caso di semi grandi come zucche, zucchine e cetrioli e due o tre semi per contenitore, nel caso di semi più piccoli come quelli del pomodoro o del peperone, considerando che non tutti i semi diventeranno piantine. La profondità di semina deve essere di circa un centimetro per i semi più piccoli e di circa tre centimetri per quelli più grandi, più il seme è piccolo più la semina è superficiale. Nel caso di radicamento di più semi nello stesso contenitore, quando le piantine saranno un po' cresciute, se ne lascerà una sola, scegliendo quella più robusta ed eliminando le altre più deboli. Il terriccio va mantenuto sempre umido, in quanto, essendo i contenitori molto piccoli, la terra tende ad asciugarsi velocemente. Il semenzaio va tenuto protetto dalle basse temperature, in una piccola serra, avendo cura di aprirla nelle ore più calde delle giornate assolate.  Le piantine andranno poi messe a dimora nell'orto nei mesi di aprile e maggio, a seconda del clima, delle zone e delle temperature. 

Anche chi non ha un orto vero e proprio può crearne uno sul balcone, con ottimi risultati. Autoprodurre il proprio cibo, partendo dal seme e seguendo le varie fasi di crescita delle piante è una delle cose più soddisfacenti che ci sia ed è alla portata di tutti.....anche solo una piantina di pomodori nel vaso in balcone darà grandi soddisfazioni!

Chi invece ha la fortuna di avere un pezzetto di terra, può pensare di allestire un orto, magari un orto sinergico. Io coltivo il mio orto già da qualche anno, ma quest'anno ho deciso di trasformarlo in un orto sinergico. E' un po' che studio la teoria ed ora voglio passare alla pratica, proprio ieri ho creato il mio primo "bancale"!

Un orto sinergico è un orto che non necessita nè di zappature, nè di concimi e fertilizzanti, perchè si basa sul principio della sinergia, ossia l'interazione di tutti gli elementi di un sistema per l'ottenimento di un risultato. 
Nell'orto sinergico si tende a riproporre un sistema naturale, con il minimo intervento da parte dell'uomo, nel quale ogni parte collabora e nulla va sprecato. Tutto lavora in sinergia, le varie specie di piante, i microrganismi del terreno, i lombrichi e le foglie morte che creano nuovo humus, proprio come avviene in un bosco.
Indispensabili sono però una buona progettualità iniziale e una buona  preparazione dell'area da coltivare, lavoro che sarà poi ben ripagato dall'assenza di interventi successivi.

L'agricoltura sinergica è stata elaborata da Emilia Hazelip, è l'evoluzione dei principi della permacultura e quelli dell'agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e nasce dall'osservazione dei processi naturali e dalla consapevolezza che il suolo è perfettamente in grado di rigenerarsi da solo.

I principi fondamentali dell'agricoltura sinergica sono quattro.

Il primo principio è quello di non lavorare la terra. Il terreno, in natura, è ricchissimo di organismi che lo lavorano costantemente e, con arature e zappature, andremmo a disturbare l'attività di lombrichi, batteri ed altri microrganismi.

Il secondo principio è quello di non compattare il suolo. Il terreno coltivato in un orto sinergico non va mai calpestato perchè altrimenti si andrebbe a modificare la giusta areazione di cui necessitano i microrganismi in azione nel terreno. E' per questo che la parte coltivata è costituita da bancali di terra alti circa 30 cm, separati dai passaggi dove si cammina.

Il terzo principio è quello di non concimare. La fertilizzazione del terreno avviene come in natura, attraverso la decomposizione delle parti morte delle piante, delle radici e delle foglie cadute, oltre che della pacciamatura secca, fatta con la paglia, che crea una continua fertilizzazione. I bancali non sono mai lasciati con la terra nuda, ma sono sempre ricoperti di pacciamatura che serve, tra l'altro, anche a mantenere la giusta umidità del terreno e a salvaguardarlo dal dilavamento delle piogge.

Il quarto principio è quello di piantare in ogni bancale almeno tre specie differenti di piante, in modo da sfruttarne la sinergia. In uno stesso bancale si possono piantare, ad esempio, una leguminosa come il fagiolo, che fissa l'azoto nel suolo, una liliacea, come aglio o cipolla, che ha azione antibatterica, e una di un'altra famiglia come le solanacee (pomodori, peperoni, ecc) o come le crucifere (cavoli, ravanelli, ecc) o le cucurbitacee (zucche, zucchine, cetrioli, ecc). In ogni bancale vanno anche inserite erbe aromatiche, come salvia, rosmarino e timo e fiori, come calendula, tagete e nasturzio che svolgono anche funzione antiparassitaria.

Caratteristica molto importante di un orto sinergico è l'irrigazione a goccia, tramite tubi forati posizionati sui bancali, che permette di risparmiare acqua e di distribuirla in profondità, evitando di bagnare la parte aerea delle piante, riducendo così il rischio di malattie fungine.

I tutori per le piante che ne necessitano, come pomodori, zucche e piselli, sono strutture permanenti installate sui bancali appena preparati, prima di iniziare la prima coltivazione.

Nell'orto sinergico, basandosi appunto sulla sinergia, è essenziale consociare correttamente le piante ed evitare di accostare piante della stessa famiglia come ad esempio pomodori e melanzane o zucchine e cetrioli. Non tutte le piante si influenzano positivamente ed è dunque preferibile consociarle correttamente, consultando, se non si ha esperienza, apposite tabelle di consociazione degli ortaggi. Ad esempio il basilico piantato sotto le piante di pomodoro, esalta il sapore dei frutti, il pomodoro tiene lontano il parassita dei cavoli e l'aglio tiene lontano quello della carota. Zucca e spinaci si influenzano positivamente, così anche melanzane e fagioli, mentre si influenzano negativamente aglio e cipolla, cipolla e fagioli, menta e camomilla, prezzemolo e patata.

Un orto sinergico, oltre che essere naturale e produttivo, senza richiedere troppa fatica da parte nostra, è anche un orto bello da vedere, con ortaggi di ogni tipo misti a fiori colorati ed erbe aromatiche.
Ecco qualche foto (tratta dal web) di come si presenta un orto sinergico:












Come vi ho detto sto preparando per la prima volta il mio orto sinergico e, per farlo, sto seguendo un manuale molto utile, con tanti consigli pratici su come preparare i bancali, come installare l'impianto a goccia, come pacciamare. Si tratta di L'orto sinergico - guida per ortolani in erba alla riscoperta della terra.


Contiene anche tante utili tabelle per le consociazioni, le rotazioni, le distanze tra le piante, le tipologie di piante in base alle famiglie e anche in base alla profondità delle radici e al consumo di azoto.
Se anche voi volete sperimentare un orto sinergico o semplicemente saperne qualcosa in più, vi consiglio di leggerlo!

A presto....per gli aggiornamenti sul mio nuovo orto sinergico! Se decidete anche voi di dedicarvi all'allestimento di un orto sinergico, fatemi sapere come procede :-) 

Con questo post partecipo al Linky Party di Alex
 
Linky Party 2014

venerdì 21 febbraio 2014

Give away di primavera......e grazie per i premi!

Da quando ho aperto il mio blog ho partecipato a qualche give away ed ho addirittura vinto alla mia prima partecipazione ad uno swap away, quello di Le idee della Vale! Un give away è una sorta di concorso, un modo molto carino per donare una propria creazione a qualcuno che segue il nostro blog.
Questa idea di ringraziare i lettori del blog donando una propria creazione mi piace proprio ed è già da un po' che penso di organizzare un giveaway. Aspettavo che ci fosse un'occasione, come ad esempio il compleanno del blog o qualche altra motivazione, ma poi mi sono detta: "perchè devo aspettare un'occasione? Non è indispensabile avere un motivo per fare un regalo, basta aver voglia di farlo col cuore!"...il motivo può anche essere solamente ringraziare chi passa più o meno spesso a farmi visita........e così eccomi qua, oggi mi sento ispirata!
 
Perciò ecco a voi il mio primo giveaway!


Premetto che non mi piacciono gli obblighi, quindi per partecipare al mio giveaway non c'è nessuna regola, se non quella di commentare questo post, indicando la propria intenzione di partecipare. 
Certo, se diventerete miei followers mi farà un immenso piacere, ma solamente se vi interessa quello di cui scrivo e non per obbligo! Anche condividere la foto o il banner del giveaway sul vostro blog o sui social networks è una cosa che mi sarà molto gradita, ma non è obbligatoria.
Potete partecipare fino al 20 marzo. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, sorteggerò il vincitore, che riceverà questo mio piccolo dono, una valigetta di saponi naturali handmade in varie profumazioni.......e in più una piccola sorpresa, che non vi svelo....altrimenti che sorpresa è?!?!??







Chi vuole può condividere l'iniziativa prelevando il banner qui a lato, nella mia sidebar, oppure la foto qui sotto



Grazie in anticipo a chi vorrà partecipare e condividere.

Colgo questa occasione per ringraziare due blogger che negli scorsi giorni mi hanno assegnato due premi graditissimi, si tratta di Koko del blog Ordinata Mente e di Ivy del blog Le Creazioni di Ivy. Se ancora non le conoscete, visitate i loro blog, meritano davvero!

Il premio che mi ha assegnato Koko in realtà era da scegliere tra tre premi che lei stessa ha ricevuto meritatamente ed io ho scelto il premio "Tag: thank you"


Grazie, Koko per aver pensato al mio blog per l'assegnazione di questo premio!

Il premio di Ivy è invece "Shine On - The Versatile Blogger Award" che anche lei ha ampiamente meritato!



Grazie di cuore ad Ivy per avermi premiata!

Entrambi i premi prevedono alcune regole per ritirarli......
seguirò la regola di elencare 7 cose su di me:
  1. Sono molto testarda e, se voglio ottenere qualcosa, non mi fermo fino a quando non l'ho ottenuta.....sono nata sotto il segno dell'Ariete!
  2. Odio stirare!......e in genere tutte le faccende di casa....
  3. Credo nella legge dell'attrazione e nel fatto che costruiamo noi il nostro futuro.
  4. Odio svegliarmi presto il mattino e avere degli orari fissi, adoro le giornate in cui mangio quando ho fame, dormo quando ho sonno....senza regole!
  5. Non amo lo sport, nè guardarlo nè praticarlo....a parte coltivare il mio orto/giardino....non è uno sport ma è comunque un'attività fisica, no?!
  6. Mi piacciono i telefilm della serie Modern Family :-)
  7. Amo vivere in campagna. Ma vorrei essere più vicina ad una grande città (Londra :-)).
    e la regola di scrivere una frase per ringraziare tutti quelli che mi seguono:

    Grazie per ogni vostro commento, preziosissimo, ma anche solo per ogni vostra visita silenziosa....è bello vedere apprezzato l'impegno dedicato a scrivere sul blog!


    Per quanto riguarda i blog che voglio premiare a mia volta, sono tutti quelli che seguo regolarmente con molto piacere e che sono elencati nella mia sidebar.

    Grazie!


    In questo post ho utilizzato l'Affiancatore di immagini di Matite e Pennelli


    Con questo post partecipo al linky party di Alex

    Linky Party 2014

    sabato 15 febbraio 2014

    Come fare la frittata senza rompere le uova



    Vi starete chiedendo se sono impazzita.....una frittata con le uova intere?......eh no....una frittata senza uova! E quindi le uova non le rompiamo, anzi non le usiamo proprio, visto la sofferenza e la morte che provoca la loro produzione. 

    Forse molti non sanno in quali terribili condizioni vengono allevate le galline cosiddette "ovaiole", anche quelle degli allevamenti cosiddetti a terra o biologici. La quotidiana sofferenza di queste povere creature è terrificante ed è uno dei peggiori esempi dello sfruttamento animale. La breve vita delle galline ovaiole (circa un anno) consiste nello stare ammassate a migliaia in capannoni giganti in totale mancanza di luce solare, rinchiuse in gabbie grandi quanto un foglio A4 o a terra, immerse nei loro escrementi e in mezzo ai cadaveri dei loro simili, spesso in avanzato stato di decomposizione, sottoposte all'amputazione del becco con un coltello rovente ed altre sofferenze fisiche e psicologiche. Come se non bastasse, i pulcini maschi, che ovviamente non producono uova, alla nascita vengono separati dalle femmine e gettati vivi in un tritacarne. Chi volesse approfondire l'argomento può guardare questo video.


    Insomma ci sono ottime motivazioni etiche ed ambientaliste per smettere di consumare le uova e perciò ecco come fare un'ottima frittata (a mio parere è molto più buona che con le uova!) anche senza!

    La frittata vegan viene anche chiamata farifrittata ed è fatta con la farina di ceci, molto ricca di proteine vegetali, ferro, calcio, fosforo, magnesio e vitamine dei gruppi A, B, C e E.

    Eh sì, la farina di ceci non serve solo per la farinata e la panissa liguri, le panelle siciliane o la cecina toscana, ma anche per ottenere squisite farifrittate di verdure. Proprio come le classiche frittate, si possono fare farifrittate con tutti i tipi di verdure, io le faccio con patate e cipolle (tipo la tortillas spagnola), con piselli e cipollotto o erba cipollina, con zucchine, con asparagi, con porri e carciofi, con fiori di zucca e zucchine, con spinaci, con bietole, con patate e zucca....insomma, tutto quello che vi suggerisce la vostra fantasia!

    Ma ecco la ricetta:



    Ingredienti:
    • 80 gr. di farina di ceci
    • 200 gr. di acqua
    • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
    • sale q.b. 
    • verdure a piacere (io per questa frittata nelle foto ho usato patate e cipolle)




    Prima di tutto preparate la pastella mettendo in una ciotola la farina di ceci, un po' di sale, i 3 cucchiai d'olio e 100 gr. di acqua. Mescolate accuratamente con una frusta e poi aggiungete gli altri 100 gr. di acqua, continuando a mescolare. Questo serve per evitare i grumi, ma anche se dovessero formarsene, spariranno dopo il tempo di riposo. La pastella deve risultare piuttosto liquida e deve riposare almeno un'ora, ma anche di più, a temperatura ambiente. Il riposo permette alla farina di assorbire meglio l'acqua e diventare più morbida, ma se siete di corsa e non avete tempo per farla riposare, nessun problema, la frittata riuscirà ugualmente senza problemi.

    Mentre la pastella riposa potete preparare le verdure, facendole saltare in padella con poco olio o cuocendole a vapore. Se sono zucchine le potete rosolare tagliate a rondelle insieme ad uno scalogno, se sono spinaci o bietole potete cuocerle a vapore, nel caso dei carciofi li potete rosolare tagliati a spicchi sottili, insieme ad un porro tagliato a rondelle, i piselli potete farli cuocere in padella con un cipollotto affettato finemente, i fiori di zucca possono essere aggiunti a crudo, tagliati sottilmente. 




    Per questa mia frittata ho tagliato 3 patate grandi a rondelle sottili e 2 cipolle ad anelli e le ho fatte rosolare in padella con un po' d'olio extravergine di oliva. Quando hanno formato un po' di crosticina, ho salato e messo il coperchio per terminare la cottura, rigirando ogni tanto. 


    Una volta cotte le verdure lasciatele raffreddare e poi aggiungetele alla pastella di ceci, mescolando bene per amalgamare. Lasciate riposare il tutto ancora una mezz'ora.  


    Scaldate un po' d'olio extravergine di oliva in una padella antiaderente e, quando è ben caldo, versate la pastella con le verdure, livellando la superficie. E' importante che la padella sia antiaderente (io mi trovo bene con quelle in ceramica) e che l'olio sia ben caldo e in quantità sufficiente a non far attaccare la frittata.

    Lasciate cuocere a fuoco alto senza coperchio finchè non si sarà formata la crosticina inferiore, dopodichè coprite e lasciate cuocere ancora un po', abbassando leggermente il fuoco, fino a che vedrete che la consistenza, anche in superficie, è diventata piuttosto solida. Con una paletta in pastica (quelle apposta per le padelle antiaderenti) controllate che la frittata sia staccata dal fondo della padella e, con l'aiuto del coperchio, rigiratela e lasciatela cuocere altri 5 minuti a fuoco medio e senza coperchio. Trasferite la frittata in un piatto e lasciatela intiepidire. Secondo me è meglio prepararla un'oretta prima di portarla in tavola, così da dargli modo di compattarsi e raggiungere la giusta consistenza.



    Buon appetito! 

    Con questo post partecipo al Linky Party di Alex

    Linky Party 2014

    sabato 8 febbraio 2014

    I colori e la cromoterapia per ritrovare l'equilibrio psico-corporeo



    I colori fanno parte della vita quotidiana di tutti noi, viviamo immersi nei colori, ma forse non tutti sanno che ogni colore altro non è che la percezione visiva di una radiazione di determinata lunghezza d'onda e intensità dello spettro visibile della luce.

    Secondo la cromoterapia i colori, essendo appunto vibrazioni di ampiezza e intensità diverse, hanno una grande influenza sui nostri pensieri, sulle nostre emozioni e sui nostri stati d'animo e possono quindi essere utilizzati per ritrovare il naturale equilibrio di corpo e mente. Alcuni colori hanno un effetto rilassante, altri energizzante e altri ancora stimolante.

    La cromoterapia è una pratica naturale utilizzata dalla medicina olistica e conosciuta già nell'antichità; sia gli Egizi che i Greci ne facevano uso ed anche in Oriente, in Cina, India e Tibet viene praticata da sempre come terapia per molti tipi di malattie.

    Secondo la cromoterapia il nostro corpo assorbe le vibrazioni dei colori in molti modi, tramite la pelle, gli occhi, l'alimentazione ed i chakra, centri energetici situati nel nostro corpo codificati dallo yoga, dalla medicina ayurvedica e da altre filosofie orientali. 

    Il metodo più utilizzato per l'applicazione della cromoterapia è quello dell'irradiazione con luce colorata, in base al problema specifico, ma può anche essere applicata attraverso i colori dei cibi, o i colori degli abiti da indossare o attraverso le acque colorate con cui fare il bagno o anche solo con particolari visualizzazioni del colore adatto a risolvere il particolare squilibrio.
    L' applicazione della cromoterapia attraverso l'irradiazione consiste nel sottoporre l'individuo o una parte del corpo ad un trattamento con lampade colorate, che è possibile realizzare anche homemade applicando filtri o gelatine colorate per la fotografia ad una semplice lampada o applicando delle lampadine colorate.

    Quindi, anche senza voler entrare nello specifico della cura delle malattie, possiamo sperimentare anche da soli, nella vita quotidiana, gli effetti benefici dei colori, ad esempio in un momento di particolare stress potremo ottenere sollievo con il colore blu oppure, se siamo giù di tono, potremo ottenere nuova energia con il giallo o il rosso.
    Anche i colori delle pareti di casa o i colori degli abiti che indossiamo possono influenzare il nostro umore.

    Ma vediamo nel dettaglio le proprietà di alcuni colori:
    • il blu è il colore dell'armonia interiore, è calmante e rilassante, contribuisce anche ad attenuare il mal di testa e i dolori articolari. Un bendaggio intorno al polso in tessuto naturale di colore blu può alleviare il mal di testa. Mangiare cibi blu/viola aiuta a ridurre la fame ed aiuta in caso di problemi al fegato, alla vista ed ai capillari sanguigni. E' il colore più indicato per le pareti della camera da letto e del bagno. Il blu non è un colore adatto alle persone depresse o con pressione bassa. Il blu è associato al quinto chakra, Vishudda.

    • il rosso rappresenta l'energia per eccellenza, è euforizzante, stimola la mente ed aiuta la circolazione sanguigna. E' il colore dell'eros e rende più passionali. E' indicato quando ci si sente stanchi e apatici. Mangiare cibi di colore rosso facilita l'eliminazione delle scorie ed aiuta a ritrovare fiducia in sè stessi. Negli ambienti domestici il rosso alle pareti andrebbe utilizzato con moderazione, soprattutto in camera da letto, in quanto troppo stimolante. Il colore rosso è da evitare in caso di febbre, infiammazione acuta, ansia, agitazione ed insonnia. Il colore rosso è associato al primo chakra, Muladhara. 

    • il viola è rilassante, allevia la stanchezza e favorisce la meditazione. Aumenta la spiritualità e la fantasia. Mangiare cibi di colore viola stimola l'attività cerebrale. Negli ambienti è un colore dall'effetto riposante ed è quindi indicato per il salotto o altri spazi dedicati al rilassamento. Il viola non è un colore adatto a persone tristi o depresse. Il viola è associato al settimo chakra, Sahasrara.

    • l'arancione rilassa il sistema nervoso, aiuta negli stati d'ansia, predispone all'ottimismo e alla positività, donando allegria. Stimola il metabolismo, dona energia e combatte l'anemia. Mangiare cibi arancioni stimola l'appetito ed è quindi indicato per gli inappetenti. L'arancione è indicato per le pareti di stanze dove si svolgono attività che richiedono energia, come ad esempio le palestre. Va utilizzato con moderazione da chi ha disturbi alimentari in quanto stimola l'appetito. L'arancione è associato al secondo chakra, Svadhishthana.

    • il giallo genera buonumore, aiuta la concentrazione, con effetti stimolanti nello studio e rafforza il sistema immunitario. Aiuta ad eliminare le tossine. Mangiare cibi gialli stimola il buonumore e la creatività. Le pareti colorate di giallo sono indicate per la cucina e per la camera dei bambini. Il giallo è controindicato per chi ha infiammazioni acute e palpitazioni cardiache. Il giallo è associato al terzo chakra, Manipura.

    • il verde è un valido aiuto contro l'insonnia ed il mal di testa, rinforza l'apparato gastrointestinale e rilassa il sistema nervoso, favorendo la calma e l'armonia. Fissare a lungo il colore verde regala un senso di pace. Un bendaggio al polso di colore verde attenua la febbre. Mangiare cibi verdi aiuta a calmarsi, rilassarsi e a sentirsi in pace con il mondo. Il colore verde alle pareti è indicato per le stanze dedicate al relax ed alla vita conviviale. Il verde è il colore della natura e dell'equilibrio ed il suo utilizzo non ha pertanto controindicazioni. Il colore verde è associato al quarto chakra, Anahata.

    Così, se abbiamo mal di testa possiamo chiudere gli occhi, concentrarci e visualizzare un bel prato verde, mettere al polso un nastro di cotone blu e mangiare una bella insalata verde o un piatto di spinaci al vapore.

    Se ci sentiamo stanchi e abbiamo avuto una lunga giornata, ma abbiamo appuntamento con gli amici e non vogliamo rinunciare, mangiamo un bel piatto di pomodori, vestiamoci di rosso e saremo ricaricati per la nostra serata.

    Se invece ci sentiamo un po' tristi possiamo applicare una lampadina gialla al nostro lampadario e, dopo esserci posizionati sotto la sua luce, rilassarci in poltrona coperti da un telo giallo, visualizzando un bel sole luminoso che ci irradia e ci riscalda.

    Quando dobbiamo prendere un'importante decisione e i pensieri si affollano nella mente, impedendoci di essere lucidi, una lampadina viola farà al caso nostro, magari abbinando una meditazione sul respiro, immaginando che l'aria che respiriamo sia di colore viola e che entri dalla nostra bocca con l'inspirazione ed esca con l'espirazione irradiando il nostro corpo di colore. Ci può aiutare anche posizionare una pietra di ametista sul 7° chakra, situato sulla sommità della testa (dove da bambini c'era la fontanella).

    Insomma, una volta apprese le proprietà di ogni colore possiamo sperimentare tutto quello che la fantasia ci suggerisce per mettere alla prova l'efficacia di questa antica terapia naturale.

    Allora.....fatemi sapere le vostre esperienze con i colori......


    sabato 1 febbraio 2014

    Autoproduzione, 7 buoni motivi per far da sè




    Molte attività di autoproduzione vengono spesso catalogate come passatempi ed hobbies, ma in realtà sono molto più che questo. Autoprodurre è in realtà una filosofia di vita, un atto di rispetto per se stessi e per il Pianeta.

    Molti pensano che sia complicato mettersi a produrre in casa, perchè credono che occorra molto tempo, che bisogna un po' "esserci portati", ma in realtà è anche un modo di riappropriarsi del proprio tempo e trascorrerlo liberando la propria creatività, che è in tutti noi ma che spesso ha bisogno di essere stimolata ed allenata.

    L'autoproduzione può spaziare in molti campi ed aiutarci a ridurre gli acquisti di molti prodotti.

    Ad esempio si può autoprodurre in campo alimentare, coltivando un orto, anche sul balcone, se non si ha la fortuna di avere un pezzo di terra, autoproducendo il proprio cibo biologico, si può fare il pane in casa con la pasta madre o il seitan, il tempeh oppure si possono fare le marmellate o le conserve o ancora i cibi essiccati.


    Si possono autoprodurre i detersivi e il sapone da bucato, il sapone personale, lo shampoo ed i cosmetici o qualche rimedio naturale come gli oleoliti, una pomata balsamica o dei sali da bagno curativi.










    Si possono far da sè i vestiti, i mobili e tanti oggetti per la casa, magari mettendo in pratica il riciclo creativo, portando a nuova vita oggetti che altrimenti finirebbero fra i rifiuti, come ha fatto Daniela trasformando un gilet in una bellissima borsa o delle scatoline di caramelle in eleganti confezioni regalo oppure come ha fatto Giulia trasformando i tappi di sughero in una utilissima bacheca o come ho fatto io creando un cuore che inneggia alla pace e all'Amore.



    Si possono autoprodurre i regali da fare alle persone care, per Natale, per un compleanno o per qualsiasi altra occasione (ad esempio questo che ha fatto Daniela per una neolaureata). Possiamo preparare una confezione di biscotti fatti in casa, un cesto di marmellate autoprodotte, dei saponi dalle forme spiritose, un burro cacao o una crema per le mani....un regalo handmade, pensato e preparato con le proprie mani appositamente per la persona festeggiata, sarà sicuramente un regalo molto gradito.


    Ecco quindi 7 buoni motivi per iniziare l'attività di autoproduzione:

    1. Autoprodurre il nostro cibo o i prodotti cosmetici ci permette di sapere esattamente cosa c'è dentro a ciò che mangiamo o che ci spalmiamo sulla pelle, ci permette di evitare coloranti, conservanti, additivi vari e derivati dal petrolio, tossici e dannosi per la nostra salute.
    2. Autoprodurre ci permette di vivere una vita più sostenibile, con un minor impatto sull'ambiente, eliminando l'uso di prodotti inquinanti e riducendo i packaging non biodegradabili perchè il nostro cibo, i nostri cosmetici e detersivi fai da te non necessitano di ingombranti confezioni in plastica, scatole o altro, anzi ci permettono di riciclare i vecchi contenitori che altrimenti finirebbero nei rifiuti. 
    3. Autoprodurre ci fa risparmiare soldi e tempo. Compriamo meno e non paghiamo marca e pubblicità dei prodotti. Per le nostre autoproduzioni occorrono ingredienti semplici ed economici. Inoltre risparmiamo il tempo che altrimenti passeremmo in negozi e centri commerciali, utilizzandolo invece in maniera gratificante, sprigionando la nostra creatività.
    4. Autoprodurre è un modo per passare del tempo in famiglia, anche con i propri figli. I bambini saranno felicissimi di aiutarvi a fare biscotti e conserve o aiutarvi nell'orto o con qualche creazione fantasiosa.
    5. Autoprodurre ci aiuta nel riuso di oggetti che altrimenti butteremmo; vecchi barattoli di creme servono per contenere quelle fai da te, i tappi di sughero diventano bacheca, una vecchia camicia diventa un grembiule, lattine di metallo diventano suggestive lanterne, cassette della frutta diventano una variopinta libreria, ....e l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
    6. Autoprodurre è molto rilassante, non c'è nulla di meglio, quando si è nervosi o arrabbiati, che impastare il pane, fare il sapone e "spignattare", dipingere una vecchia cassetta della frutta, trasformare un vecchio abat-jour o dedicarsi all'orto. Le attività manuali distraggono la mente dai pensieri e senza neanche accorgercene, ci rilasseremo in un baleno.
    7. Autoprodurre significa anche ribellarsi alla globalizzazione, non lasciarsi omologare dal consumismo, essere "svegli" e consapevoli e decidere in prima persona i prodotti che vogliamo utilizzare, facendoli esattamente come li vogliamo e non accontentandosi di quello che ha deciso il "mercato" per questioni di profitto. 
    Riscoprire il piacere di saper fare è anche un modo per essere liberi!


    Con questo post partecipo al Linky Party di Alex
    Linky Party 2014


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